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BIOGRAFIA

Sono nato nel 1944 a Bovolenta vicino a Padova e vivo e lavoro a Padova in Italia. 

Dipingo da quando ero giovanissimo, con continuità, sempre alla ricerca di nuove espressioni pittoriche, studiando i grandi maestri dell’informale: de Cooning, Pollock, Rothko, Afro e Tancredi Parmigiani. 

Nel 1982 con altri cinque artisti veneti, abbiamo fondato il gruppo pittorico, artistico, culturale “La Matita”, curato dal critico padovano Giorgio Segato, da poco scomparso, ed esponendo in gallerie pubbliche e private sia in Italia che all’estero. 

Dal 1992, ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla professione della pittura, grazie anche all’ amorevole appoggio di mia moglie Mirella. 

Nei successivi ventiquattro anni, con coerenza e disciplina, ho dipinto alla mia maniera paesaggi, tramonti, fiori, uccelli e nuvole. 

A chi inizia a dipingere consiglio spesso di alzare lo sguardo e guardare le nuvole, che nel continuo emigrare del loro dissolversi, sono per me fonte di ispirazione, come lo furono per molti altri artisti. Consiglio anche di spiare tra le chiome degli alberi, negli spazi vuoti disegnati dalle foglie, mentre dialogano, tremolando, con i rami. 

Non ho mai desistito dal ricercare la “mia” pittura e l’ho trovata leggendo fra le pareti di una piccola stanza o in spazi aperti dove l’occhio non vede limite, oppure camminando sotto portici antichi, tra graffi e “imbrattature” che gli uomini lasciano sugli intonaci dei muri, riconoscendo in quei segni istintivi, primordiali, le tracce di esistenze irrequiete, che si specchiano nel mio inconscio. Esistenze che mi appartengono! 

Intuisco che queste tracce danno un senso al significato del segnare, e, come petroglifi del contemporaneo, diventano sulla tela immagini sottratte all’arte figurativa, che incarnano, alla fine del processo creativo, l’essenza e l’anima della mia pittura informale. 

Così nel mio agire pittorico ho sposato il graffire. 

Da destrimano per educazione, sforzo anche la mano sinistra, la mano irrazionale, a dipingere il caos, per poi trovare ordine e sviluppo tramite l’atto del “raschiare”: la tela, diventata muro intonacato da pigmenti ad olio, si ricompone in diversi piani rifratti, i quali liberano luce viva dal colore e raccontano silenzi germinativi, trasformando il grattage nell’essenza surrealista del mio inconscio.

Padova 2016